E’ veramente incredibile la disattenzione con cui procedono gli addetti alla storia dell’arte.
Sono passati altri mesi dalle prime celebrazioni futuriste e niente di nuovo sulla riscoperta dell’attività di Antonio Marasco. In Toscana solo Siena e poi Viareggio hanno ricordato il Futurismo anche con opere di Marasco mentre Firenze brilla per il suo silenzio. Continuerò perciò a fare il mestiere degli altri. Su questo blog voglio sempre più insistentemente dare notizie sulla vita e sull’attività di un artista che nell’avventura futurista rappresentò Firenze non meno e forse più di tanti altri per cui è grave fare finta che non sia mai esistito. Per questi critici e storici d’arte abulici voglio offrire una cura ricostituente in pillole.
Prima pillola: – Nel 1906 i genitori di Antonio Marasco scelsero di emigrare al nord con i loro cinque figli e da Nicastro (Lamezia Terme) si trasferirono a Firenze sistemandosi in un appartamento vicino alla Stazione, al n. 27 di Via Nazionale. Di conseguenza i due figli più grandi, già in età scolare, Francesco e Antonio, furono subito iscritti alla vicina Scuola Media dell’Istituto Dante. Qualche hanno dopo trasferirono l’alloggio, e lo studio professionale del padre medico, nel cuore della città, Piazza della Signorìa, N° 5.
Fu lì che all’inizio degli anni “30” ebbe sede legale il “Futurismo Italiano Indipendente”.
Da quell’angolo di Piazza della Signorìa, dove nel 1200 erano state le case della ricca famiglia Del Garbo, oggi indicate col nome Palazzo Bombicci Pontelli, da quella piazza, luogo simbolo della grande cultura fiorentina, partirono i primi numeri dei periodici ”Passo Oltre”, e “Supremazia futurista”. Da lì Marasco diresse quel movimento che ebbe risonanze in Europa. Da lì condusse l’opposizione all’indirizzo che in quegli anni Marinetti stava dando al suo movimento futurista oramai succube del partito fascista. Marasco riteneva che l’affermarsi del regime fascista non dovesse compromettere lo slancio futurista. Era il pensiero futurista che doveva semmai esser anima e il motore della nuova politica rivendicando il primato dell’arte e dell’ideale futurista nella società e nella politica.
Riccardo Marasco
(Palazzo Bombicci Pontelli) (opere di A. Marasco degli anni '30)
(Frontespizzi delle riviste)
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